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Una famiglia sempre in primo piano

Lei è Michi e lui è Gian, accomunati dalla passione per la fotografia – intesa come racconto di storie, luoghi, emozioni, luci, profumi, sapori… – e dalla piccola Anita, il loro scatto perfetto.

Una famiglia giovane e frizzante, in continuo movimento e soprattutto social! Ma lo sarà davvero?

Forse non tutti sanno che Michela Meni è bergamasca, ma per il resto non ha bisogno di molte presentazioni. Attualmente è Mammamiz, ma per 5 anni è stata una delle it.girl di Grazia, le vere pioniere, dal 2012, del mondo social, le apripista di quello dei blogger. Partita come stylist, in tanti anni fra moda e lifestyle è arrivata a essere considerata dalla Fondazione Prada una delle poche instgrammer nazionali e internazionali (quelle che si contano sulle dita di due mani) da invitare alle anteprime per interpretare in modo autentico e originale le proprie installazioni. Non una con i numeri della Ferragni, per intenderci, ma con molto, moltissimo più stile da offrire. E questa è solo una delle tante soddisfazioni che Michela si è tolta, tenendosi però sempre ancorata alla sua dimensione di ragazza semplice, schietta e spontanea, anche quando ha interpretato, lei scricciolina alta un metro e poco più, gli abiti di Kenzo o & Other Stories, Zanellato, Nike, MMissoni, Fendi…

Questione di gusto, ma anche il risultato di tanto studio e di ricerca continua, che ti hanno permesso di farti notare.

Già… – tentenna Michela – mi imbarazza sempre molto questa cosa. Quando mi volto e guardo la strada fatta finora, sono molto orgogliosa di aver investito tanto, di aver faticato e fatto sacrifici perché sono convinta che ne sia valsa la pena!

A chi ti ispiri?

Non ho mai avuto un solo riferimento. Ci sono tante persone e personalità da cui prendo ispirazione: i miei genitori, Rei Kawakubo, Jane Birkin, Leandra Medine, Jean Seberg, Lauren Hutton, ma amo anche osservare le vecchie divise degli artigiani, le persone per strada, le sciure…!

Il tuo stile appare a volte “irriverente”, passaci il termine.

Irriverente non l’avevano mai usato! Grazie, lo prendo come un bel complimento! 

Be’, diciamo che non ti sei fatta inghiottire dal mondo delle “alte” frequentazioni: non hai cambiato rotta né nello stile né tantomeno nel privato, tanto che hai sposato Gianmarco sia nella vita che nel lavoro.

Ah, ah, ah, no, non mi vuole sposare! Commenta sonoramente lei. E lui prosegue, ridacchiando:

“Ci siamo conosciuti in una giornata di sole. Avevamo in mente tutto tranne che avremmo condiviso il resto della nostra vita. Ci siamo incontrati, corteggiati e innamorati”.

Abituati a viaggiare per lavoro, cosa vi tiene ancorati a Bergamo?

Nel 2011 – spiega Gian – abbiamo iniziato i lavori di ristrutturazione di una vecchia azienda metalmeccanica per destinarla ad attività imprenditoriali di aziende giovani, come la nostra appena nata società di foto e video maker, fondata con altri soci. Il progetto è andato meglio di quanto sperassimo e siamo molto orgogliosi di quello che abbiamo realizzato. A volte Bergamo ci sta un po’ stretta ma ci basta staccare la spina per qualche giorno per ritrovare gli stimoli che servono!

Di sicuro avete una visione moderna e aperta del mondo e la location in cui lavorate, la 341production, ne è un esempio anche architettonicamente e stilisticamente parlando, lontana dalla monotonia delle realtà bergamasche. Siete senza dubbio due menti abituate al bello, a cogliere i particolari, i dettagli che fanno la differenza. E’ difficile essere sempre in sintonia?

Si guardano: “Siamo entrambi del parere che tutto si debba costruire con fatica e dedizione: dalla carriera alle relazioni umane. Non siamo sempre in sintonia, anzi il più delle volte per arrivare al risultato finale passiamo ore a discuterne tutti gli aspetti. Ma abbiamo imparato a conoscerci, ci rispettiamo molto e abbiamo stima l’uno dell’altra. Sappiamo che insieme possiamo ottenere i risultati migliori”.  

Michela, hai sempre lavorato con modelle, fotografi, parrucchieri, make up artist, direttori di riviste, fashion editor, personaggi famosi, il più delle volte tante prime donne… l’arrivo di Anita, quindi, è stato una passeggiata?

Oh no, l’arrivo della nostra Anita è stata la cosa più dura, difficile e meravigliosamente faticosa che io abbia mai vissuto! Il resto è stata tutta una passeggiata!

Partner professionali ok, e a casa come siete messi?

A casa siamo ancora più complici. A casa siamo noi, liberi da regole, ritmi, clienti, deadline e schedule serrate: ci aiutiamo, ci prendiamo i nostri tempi e spazi e cerchiamo di lasciare fuori tutto il resto.

Siete sempre d’accordo sulle scelte legate alla piccola o qualche volta si apre la bagarre?

Fortunatamente condividiamo lo stesso metodo educativo ma ogni tanto qualche sguardo storto parte…io – (udite udite!) confessa Michi – non vado molto d’accordo con la tecnologia, paradossale detto da me, lo so… Non condivido il rapporto tra quel mondo e l’infanzia ma non posso negare ad Anita il futuro! Gian è molto più bravo di me in questo…

Quali sono i vostri interessi?

Quando si fa della propria passione il propio lavoro – confessa Gianmarco – si diventa abbastanza “noiosi”. Fotografia, viaggi e cinema con tutte le meravigliose declinazioni che ne derivano. 

Io  invece – interviene Michi – non ho una vera e propria attività o interesse o passione particolare. Mi “basta” trovare il tempo per due chiacchiere con qualche amica e per me stessa. Abbiamo istituito il mama’s day: il sabato mattina la mamma prende e se ne va a fare colazione con calma, poi al mercato, poi al negozio di fiori e torna in tempo per il pranzo. Non potrei farne a meno! Mi rigenera!

Riuscite a coltivarli nonostante Anita?

E’ più difficile. Ora molto del nostro tempo “libero” lo passiamo insieme, ma crediamo sia giusto e doveroso riuscire a ritagliarsi dei momenti per se stessi.

C’è un momento speciale nella vostra giornata a tre?

Alla sera, ci sediamo vicino al letto in cameretta tutti e tre e insieme sfogliamo qualche libro con lei prima che vada a fare la nanna. E’ uno dei nostri momenti preferiti.

A cosa non potete e volete rinunciate?

Ai viaggi. Mai. Crediamo che viaggiare apra la mente, renda più duttile il pensiero e arricchisca moltissimo il proprio bagaglio culturale. Siamo appena rientrati dal Giappone, è stato un viaggio pazzesco. Faticoso ma molto stimolante per tutti e tre. Anita è piccola ma crediamo fermamente che nel suo profondo le resterà molto di questa esperienza.

Fate più fatica a comprendere le esigenze di boutique, aziende e brand che vi chiedono di interpretare e rilanciare la loro immagine o i bisogni di Anita?

All’inizio non era facile decifrare le sue richieste ma è sempre stata una bambina molto determinata e non ci ha lasciato molto tempo per essere indecisi… sicuramente Anita ha le idee più chiare di molti nostri clienti, il che rende tutto molto più semplice!

La vita reale è così patinata come quella social…

Dipende dai casi. I nostri social rispecchiano la nostra vita reale…non siamo mai stati molto “patinati” ma è evidente che la nostra immagine proposta su Instagram sia curata: è il nostro CV, il nostro biglietto da visita. Voi lo presentereste un curriculum con le orecchie o macchiato?

Delusione o liberazione?

Forse nessuna delle due. Essendo uno strumento di lavoro, lo prendiamo come tale. C’è la nostra anima, ma non la nostra vita privata.

E’ per questo che preferite che Anita non sia riconoscibile nelle foto? 

Esatto. Il nostro lavoro e la nostra vita spesso si sovrappongono, coincidono: capita che a cena si discuta di un nuovo progetto o che su un set io chieda a Gian cosa vuole per cena…ma siamo molto gelosi della nostra intimità, della nostra vita, della nostra privacy nonostante tutti sappiano dove passiamo le vacanze invernali o che cosa abbiamo mangiato a colazione. Ma ci sono cose che preferiamo tenere per noi. 

Già la privacy… un bene ormai perduto che dovremmo invece tentare di recuperare e

salvaguardare. E bravi Michi e Gian, siam sicuri che Anita avrà un album dei ricordi segreto e prezioso senza pari!

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