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Forme stravaganti e colori sgargianti alla Triennale di Milano

Sono numerose le istituzioni culturali che tendono a far convergere diversi settori d’interesse per affermare l’unità di tutte le Arti, invogliando un pubblico ampio ma esigente a frequentarne gli spazi. La Triennale di Milano ne è un esempio: dall’architettura al design, le esposizioni si sono successivamente estese all’arte visiva, alla moda, al teatro. La Triennale ha un programma speciale dedicato all’educazione: la Balena è lo spazio esclusivo rivolto ai bambini e ai ragazzi per le attività didattiche, che variano dai laboratori interattivi, agli incontri e le presentazioni. Il nome del progetto fa naturalmente riferimento alla balena di Pinocchio, il burattino di Collodi, peraltro pseudo-protagonista della mostra di carattere giocoso Giro Giro tondo – Design for Children, visitabile fino al 18 febbraio. L’esposizione è sviluppata secondo un percorso tematico in grado di far riemergere i ricordi degli adulti e di accrescere la curiosità dei bambini, grazie anche alle attività ludiche proposte al suo interno.
La mostra è caratterizzata dall’ampio uso di forme stravaganti e colori sgargianti, che consentono un coinvolgimento immediato, e ci racconta di tutte quelle storie e personaggi che hanno reso i primi anni dell’infanzia di moltissime persone così intensi e coinvolgenti.
Alla mostra si accede attraverso un ponte sospeso, che in questo caso è il naso di Quadratino – simpatico personaggio dei fumetti di Antonio Rubino – un enorme pixel rosa dai tratti fisiognomici.
Nella prima sala l’uso sapiente delle luci direzionate su oggetti e personaggi ingigantiti avvolti da un seducente buio, contribuisce alla creazione di un mondo sospeso e stravagante, che ci fa tornare subito in mente Alice nel Paese delle Meraviglie.

La mostra non segue una narrazione temporale lineare, in quanto non vi è alcun ordine cronologico dichiarato. Offre invece una panoramica, una visione d’insieme di ciò che è stato e di ciò che è: il passato, relazionato e contrapposto al presente – decisamente più colorato e vivace – assume tratti quasi malinconici, per non dire nostalgici: giocattoli, accessori e sedie usati appaiono oggi come oggetti della memoria. L’esposizione si configura dunque come un’opportunità per gli adulti di far riemergere i ricordi, per poi trasmettere le stesse emozioni alle nuove generazioni, consentendo di riscoprire i classici del design italiano e i suoi principali interpreti, tra cui, per esempio, Bruno Munari, artista geniale che ha ideato e promosso la sensibilità artistica attraverso laboratori didattici dedicati ai bambini.
La visita alla Triennale è anche un’occasione irrinunciabile per un po’ di shopping: il Museo vanta infatti uno Store ricco di oggetti di design e di libri, sia per gli adulti che per i bambini: ce n’è per tutte le età!
Teatro dell’Arte è il luogo che la Triennale dedica al teatro: il calendario degli spettacoli è talmente denso da inoltrarsi fino a luglio 2018. Un ottimo proposito quello di cominciare la serata con uno spettacolo (Jérôme Bel – Cédric Andrieux è il prossimo in programma, il 7 e l’8 febbraio 2018) e perché no, concluderla con una cena con vista, nel ristorante panoramico Terrazza Triennale.

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