Il Mudec – Museo delle Culture di Milano è alle prese con una serie di esposizioni monstre: attualmente e fino al 3 giugno è in corso una mostra dedicata alla più famosa artista messicana, Frida Kahlo. Nonostante il pieno riconoscimento da parte del mondo dell’arte, risulta necessario in questo caso sottolineare la parola ͞artista͟, in quanto l’intento della mostra dal titolo Frida Kahlo. Oltre il mito è proprio quello di liberare l’ opera di Frida dall’idea del mito acquisita dalla sua biografia e alimentata dalle mode, invitando ad andare al di là di questa concezione e a non dimenticarci della sua straordinaria produzione artistica. La tanto osannata biografia potrebbe infatti essere sostituita dai suoi autoritratti, che testimoniano i momenti più salienti della sua vita. Frida dipingeva soprattutto sé stessa, fu la prima artista donna a esibirsi, nonostante un corpo che pian piano si disintegrava, rivoluzionando il ruolo della donna nel mondo dell’arte, portando l’ universo femminile alla ribalta.
Un’intera sala dedicata ai suoi dati biografici accoglie il visitatore con una scenica proiezione a parete. Nella stanza adiacente un filmato animato racconta la vita dell’artista attraverso un dialogo immaginario, come se fosse un’intervista postuma in cui Frida parla di sé ripercorrendo il suo passato: i successi e gli insuccessi, i traumi e i dolori, le passioni e gli amori. Inizia poi il percorso vero e proprio fra le sue opere, suddiviso in quattro sezioni tematiche: Donna, Terra, Politica e Dolore intervallate da altrettante sezioni fotografiche.
Il Mudec – Museo delle Culture di Milano è alle prese con una serie di esposizioni mostre: attualmente e fino al 3 giugno è in corso una mostra dedicata alla più famosa artista messicana, Frida Kahlo. Nonostante il pieno riconoscimento da parte del mondo dell’arte, risulta necessario in questo caso sottolineare la parola ͞artista͟, in quanto l’intento della mostra dal titolo Frida Kahlo. Oltre il mito è proprio quello di liberare l’ opera di Frida dall’idea del mito acquisita dalla sua biografia e alimentata dalle mode, invitando ad andare al di là di questa concezione e a non dimenticarci della sua straordinaria produzione artistica. La tanto osannata biografia potrebbe infatti essere sostituita dai suoi autoritratti, che testimoniano i momenti più salienti della sua vita. Frida dipingeva soprattutto sé stessa, fu la prima artista donna a esibirsi, nonostante un corpo che pian piano si disintegrava, rivoluzionando il ruolo della donna nel mondo dell’arte, portando l’ universo femminile alla ribalta.
Un’intera sala dedicata ai suoi dati biografici accoglie il visitatore con una scenica proiezione a parete. Nella stanza adiacente un filmato animato racconta la vita dell’artista attraverso un dialogo immaginario, come se fosse un’intervista postuma in cui Frida parla di sé ripercorrendo il suo passato: i successi e gli insuccessi, i traumi e i dolori, le passioni e gli amori. Inizia poi il percorso vero e proprio fra le sue opere, suddiviso in quattro sezioni tematiche: Donna, Terra, Politica e Dolore intervallate da altrettante sezioni fotografiche.
Fra queste ultime, a fare da sottofondo a un video che ritrae Frida e il marito e artista Diego Rivera, Brunori Sas canta come se fosse Frida stessa a rivolgersi al suo – ma mai del tutto – amato Dieghito. Le sale sono molto ampie ma soprattutto ricche: non solo i dipinti – una cinquantina – ma anche fotografie, lettere, etc. contribuiscono a fornire la panoramica di una vita che, nonostante breve, è stata talmente intensa da sembrare infinita.
Non rimane che addentrarsi in quella che potrebbe essere definita come l’ultima tappa del percorso espositivo, una sorta di ricostruzione della Casa Azul – dimora dell’artista a Città del Messico – in cui sono presenti souvenir di ogni tipo: vestiti, borse, accessori per capelli a tema messicano, oggetti, bambole, oltre ai libri e al catalogo della mostra.
A fare da entrata o da uscita, la mostra Il sogno degli antenati. L’archeologia del Messico nell’immaginario di Frida Kahlo, disposta nelle vetrine ondulate che contornano la nuvola centrale, pone in dialogo l’arte di Frida con il mondo indigeno, a dichiarazione della sua ͞messicanità͟ e del suo imprescindibile rapporto con il passato precolombiano.
Anche in questa occasione il Mudec offre servizi educativi rivolti non solo alle scuole e alle famiglie, ma anche agli adulti, accompagnando i visitatori in un viaggio che va oltre – per fare un ulteriore riferimento al titolo della mostra – i confini del tempo e dello spazio. L’agenda è ricca di iniziative, alcune delle quali a cadenza fissa nel fine settimana: tutti i sabati alle ore 15.15 e tutte le domeniche alle ore 11.15 e alle ore 15.15, su prenotazione.