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Fashion blogger si nasce

C’era una volta un cartone animato la cui sigla diceva: “Poi con la fantasia e un tocco di magia, Yu ora non c’è più e invece Creamy ci sei tu”. Chi è nato nei favolosi anni Ottanta, o prima, non può esserselo dimenticato! Lo citiamo perché è lo spunto per raccontarvi la storia di Stereopink, fashion kids blog, che vede come protagoniste Matilde e Beatrice, due bambine, di 8 e 12 anni, che vivono momenti di magia e per qualche ora si trasformano, vestendo i panni di personaggi sempre diversi. Una volta sono le protagoniste di un quadro, un’altra sono maestre, attrici, popstar e così via. Con l’aiuto di negozi, brand e magazine cercano di reinterpretare le tendenze del momento nel settore che riguarda l’abbigliamento bambini. Tutto questo di fronte all’obiettivo fotografico, guidate dalla presenza della famiglia che le aiuta a trasformare in realtà quello che le incuriosisce. MATILDE è una bambina piena di energia e dalla risata contagiosa che vive al 100% ogni singola emozione. Precisa, caparbia e dalla risposta sempre pronta. Il sogno del momento è diventare una pasticcera , professione che alterna a quello ad astronauta o veterinaria. BEATRICE è una bambina sognatrice, sensibile e goffa. Molto più introversa rispetto alla sorella, ogni parola che dice è ben ponderata. Amante della musica e della lettura.

Stereopink un blog di moda per i bambini: come è nata questa idea?

Tutto é nato al rientro delle vacanze estive qualche anno fa. Mostrando i ricordi scattati a parenti e amici, hanno notato la naturalezza di Matilde e Beatrice di fronte all’obiettivo e così, dopo qualche settimana, durante una cena, l’idea di Stereopink è nata, potremmo dire per caso. In quel preciso momento, riuniti attorno a un tavolo, abbiamo realizzato che le bimbe erano ormai da tempo inserite nel mondo della moda: la nonna con la passione per la sartoria, zia Lorena veterana del settore abbigliamento, zio Nicola appassionato di design e styling, zio Matteo di fotografia e social. Con l’aiuto dell’immancabile Google abbiamo eseguito una piccola ricerca, proprio come si faceva a scuola ai tempi delle superiori, scoprendo, tra molte informazioni, che in Italia le realtà social legate al fashion kids non erano diffuse come in USA e Giappone. Prima di iniziare il progetto abbiamo illustrato alle bambine sia i lati positivi sia i lati negativi ai quali saremmo andati incontro una volta imboccato questo sentiero. Poco dopo Matilde si è presentata con un contratto scritto con pennarelli e sottoscritto da tutti noi. Sin dall’inizio lo scopo del blog non era fare solamente buoni scatti, insegnare alle bambine che nella vita l’impegno e la costanza permettono di realizzare dei progetti e che non bisogna arrendersi mai di fronte alle prime difficoltà. Il primo servizio fotografico, che ha dato vita al blog, ha preso forma nel giardino dei nonni, ispirato a un libro dei Peanuts acquistato da Beatrice. Dopo qualche mese però è nato il primo problema: nessun altro outfit nell’armadio delle bambine. Mossi dalla nostra passione e dal loro entusiasmo abbiamo iniziato a contattare alcuni negozi del territorio e proprio grazie a persone come Paola, Francesca e Valentina, che hanno creduto insieme a noi in questa avventura, Stereopink ha iniziato a concretizzarsi.

Che stile preferite promuovere? 

Matilde e Beatrice, come la maggioranza delle sorelle, sono completamente agli antipodi: una bionda l’altra mora, una introversa e silenziosa l’altra un uragano di parole ed emozioni. Proprio per questa loro diversità imporre uno stile sarebbe sbagliato. Lo scopo è provare, cambiare, sperimentare. Come fai a capire quale gusto di gelato preferisci? Li devi per forza provare tutti e così facciamo noi: ogni set fotografico porta con sè una storia e uno stile diversi.

Quanto conta oggi essere alla moda anche nel mondo dei bambini e cosa significa esattamente?

Per Matilde e Beatrice essere alla moda significa riproporre, a modo loro, il look dell’ultimo personaggio famoso visto alla tv. Questo non è sempre facilmente gestibile soprattutto dopo aver spiegato loro che la moda per prima cosa equivale a sentirsi a proprio agio nel vestito che si indossa. Provate voi a spiegare a una bambina di sei anni, caparbia come poche, che una tutina rossa a pois neri, con tanto di guanti e mascherina, non può essere il look adatto per il 27 luglio quando la temperatura esterna conta 35° all’ombra; spiegate voi a una undicenne che la cantate Katy Perry nella vita normale non si veste come nei video musicali, ma che tutto deve essere rielaborato e adattato alla vita di tutti i giorni!

I social e il loro impatto sulle mamme e sullo stile dei piccoli: diteci la vostra opinione in merito.

Più condivisione, più confronto e maggiore assistenza nei problemi di tutti i giorni. Crediamo che queste siano le parole chiave che una mamma oggi ricerca nei social. Il quantitativo di ispirazione che si può ritrovare in Instagram o in Pinterest è infinito e copre svariati interessi: dal cake design ai consigli di abbigliamento per i bambini il primo giorno di scuola. Matilde e Beatrice, di 7 e 11 anni, non utilizzano i social, se non sotto stretto controllo della loro adorata mamma, la quale vieta alcune pagine, ma spiega anche la realtà che sta dietro a tanti stili di vita glamour. Un bambino deve capire sin da subito che quello che vede non è la realtà, ma solo una frazione di secondo della vita di tutti i giorni: un semplice scatto.

 

I brand con i quali vi relazionate principalmente quali sono e cosa richiedono?

Quando una mamma, che non sia ad esempio Victoria Beckham, apre l’armadio del proprio figlio, non ha la possibilità di trovare l’ultima collezione autunno inverno dello stilista del momento. La filosofia che seguiamo è quella del mash up, nulla di nuovo, qualcosa che tutte le mamme conoscono e applicano: mischiare marchi diversi con budget diversi. Ovviamente quando ci capita di poter interpretare un marchio come nel caso di Mimisol e della favolosa Signora Bronzieri, non ci tiriamo indietro! Ogni opportunità va sfruttata!

 

Prendete spesso spunto dall’arte per i vostri shooting, chi è l’artista che meglio si confà al vostro stile?

L’arte, in tutte le sue sfaccettature, è la nostra principale fonte d’ispirazione: dalla musica, al design, dalla pittura al cinema. Questo è il motivo che ci ha spinto a inserire alcuni tributi all’interno della pagina di Stereopink. Primo fra tutti quello dedicato a Frida Kahlo. Durante la lettura del libro: “Storie della buona notte per ragazzine ribelli” Beatrice è rimasta affascinata dalla storia dell’artista messicana; abbiamo ricreato un set fotografico che potesse far rivivere i colori delle sue opere. Matilde vedendo lo spot di un noto marchio di automobili chiede: “Ma chi è la signora con gli occhiali come quelli di nonna Adriana?”. Si trattava di Iris Apfel, icona di stile e designer, per ben nove volte, della Casa Bianca. Ecco le origini del secondo tributo. Abbiamo osato toccare alcuni mostri sacri, ma ricevere il “mi piace” dalla pagina ufficiale di Frida Kahlo, il commento da parte della signora Apfel, il “like” da parte del curatore del Museo dell’Aia (per la riproduzione del quadro Ragazza con turbante) ci ha fatto capire che la via intrapresa era quella giusta. Onestamente abbiamo ricevuto anche molte critiche, per esempio diversi followers ritengono che le bambine siano sempre troppo agghindate. L’eccesso di collane, bracciali e accessori rende tutto più divertente. Beatrice e Matilde in quel momento stanno solo giocando, si stanno travestendo.

 

Lo shooting più bello che avete realizzato fino ad ora?

Decretare quale sia lo shooting migliore è impossibile. Tutti i servizi fotografici richiedono impegno, ricerca e fatica da parte di noi adulti. Quello maggiormente apprezzato dai nostri followers è stato realizzato nell’incantevole Città Alta; se invece parliamo dello shooting preferito da Matilde e Beatrice sicuramente quello realizzato, grazie all’aiuto della nostra amica Rebecca, presso il ristornate “LaboratorioL” a Brescia. Lo chef Chef Augusto Pasini ha fatto trascorrere alle bambine un pomeriggio da sogno in una cucina professionale rendendo l’esperienza indimenticabile.

 

Piccoli modelli crescono: come si comportano i bambini di fronte alla macchina fotografica?

Domanda da un milione di dollari. Per quanto riguarda Beatrice e Matilde possiamo assolutamente confermare che l’obiettivo è qualcosa che non le imbarazza. Aspetto riconducibile al fatto che dietro la macchina fotografica non ci sono degli sconosciuti, ma l’ambiente circostante è formato solo da persone che conoscono. La maggior parte dello volte siamo noi adulti ad essere nervosi perché ci creiamo delle aspettative che i bambini non si immaginano nemmeno. Questa è paradossalmente la loro forza: la capacità di vivere al meglio l’esperienza in quel momento e una volta scattato l’ultimo click la capacità di resettare tutto, pronti ad intraprendere una nuova avventura.

 

 

 

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